UN DIALOGO
PUBBLICATO NEL CATOLOGO
DELLE MOSTRE:



"KABUIO"
MUSEO D'ARTE MODERNA
DI GAZOLDO DEGLI IPPOLITI
2003

"BLACK CIRCUS"
CHIESA DEL CASTELLO DI SARZANA
COMUNE DI CASINA
2003

"CROSSING"
PALAZZO CIVICO
COMUNE DI MONTECHIARUGOLO
2003





[D] Il tuo lavoro ha un carattere soprattutto installativo, ma se non erro vieni dalla pittura. A Cavriago erano presenti dei lavori su carta, insegni Tecniche Pittoriche all'Accademia di belle Arti di Venezia, quale il ruolo della pittura nella tua formazione e ora nella tua ricerca?

[R] Ho sempre pensato alla pittura come musica del silenzio che mira all'incanto e non come il silenzio della musica che mira all'incasso. Utilizzo la pittura per fare cose che con le altre tecniche non é possibile ottenere e viceversa utilizzo diversi strumenti per realizzare ciò che con la pittura mi é impossibile realizzare. Il mio lungo e decennale apprendistato sui mezzi espressivi e le tecniche varie mi ha permesso una maggiore libertà operativa, una maggiore leggerezza espositiva, una maggiore consapevolezza poetica. A questo punto si apre un capitolo importante della mia esperienza artistica giovanile, Cercherò in breve di raccontartela. Negli anni '80 conclusa la fase dell'arte concettuale, vengono recuperate le pratiche manuali più antiche, privilegiando la pittura, che risponde all'esigenza di rialacciarsi al passato alla storia dell'arte alla memoria. Nasce la consapevolezza del "nuovo" visto come riscrittura sotto altre forme di cose già scritte, cercando con le forme della creatività, che altro non sono che affermazioni di senso, un'ottimizzazione intrinseca tendente alla soggettività che si esteriorizza grazie alla presenza di forze misteriose nell'animo artistico. L'autore attraversa le esperienze di quanti lo hanno preceduto scrutandole criticamente e in un modo riflessivo, per poter operare il processo di individuazione soggettiva, penetrando il luogo della trasformazione, avendone precedentemente colto e raccolto dentro di sé gli aspetti più rilevanti con le armi del senso: solo così può penetrare nel corpo della pittura. Nel 1984 inauguro una mostra presso i civici Musei di Reggio Emilia di opere pittoriche che ha per titolo: "All'interno della pittura," il testo in catalogo è di Giovanni Maria Accame. Di seguito un'altra mostra che titola "Interminabile pittura. Coesistono in questa fase della ricerca artistica, due diverse tendenze: quella che afferma la superficialità viaggiando sopra la pelle della pittura, e quella che ne attraversa il corpo cercando di capire cosa sia nascosto sotto la sua pelle. Sia rispetto all'arte che alla pittura, questi sono due modi con cui l'artista si pone rispetto a se stesso, l'ultimo dei quali, porta inevitabilmente alla messa in luce di quanto nascosto nel profondo. Nel ricercare la pittura nella pittura, si apre una nuova fenomenologia, che sta sopra alla vita comune, una sorta di interfaccia fra coscienza umana e il cosmo. In questa visione rientra anche il simbolo che diventa una sorta di ogni possibile ineffabile. Figure, metafore non sono più solamente segni di linguaggio, ma entrano anch'esse a far parte dell'universo del simbolo, inteso nel senso di "mettere insieme", del ricomporre frammenti di realtà separata che diventano un modo nuovo dell'essere della realtà. Si sente il dovere di rinnovare la visibilità di cio che sfugge al nostro sguardo, ponendosi nel punto in cui visibile e invisibile si toccano, luogo e "non luogo" sono tangenti; di liberare le cose dalle consuete relazioni, portarle in nuovi orizzonti dove esistono nuovi legami tra forma e pensiero, dove la realtà esiste nello svelamento del suo divenire. Di quel periodo, sul finire degi anni ottanta ricordo tre mostre collettive a cura di Marisa Vescovo alle quali ho partecipato con dipinti. Nel 1987 a Zagabria, alla galleria d'arte moderna con, "Tendenze italiane degli anni novanta" a Parma in: "I luoghi dell'atopia", a Savona in: "Identità per l'arte. Percorsi dell'arte europea dal dopoguerra ai giorni nostri". Di questo periodo ricordo di aver pubblicato brevi testi poetici sull'argomento, che mi ripropongo di pubblicarli in un altra occasione. In conclusione ritengo tutte queste mie esperienze importanti, a tal punto che sono previste e programmate esposizioni e installazioni che prevedono non solo l'uso del disegno, della fotografia e del video come in alcune mostre é già accaduto, ma anche, della pittura. Ogni mezzo espressivo, ogni tecnica, é finalizzata alla migliore riuscita dell'opera stessa sulla base di un progetto, di un idea, di una intuizione che prevede nella complessità la massima sintesi. Nel mio continuo esercizio di dimenticarmi e come errante saltimbanco, acrobata e pagliaccio metrapolitano, in questo viaggio programmato fino ai confini del mondo, fino alle soglie del Nulla, la pittura la esibisco, a volte come "arma" del delitto, a volte come "dono".

immagini della mostra

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