Giordano Montorsi

DI-SEGNO IN SOGNO

TRA LO SCORERE E IL FLUIRE

dall' 1al 30 settembre 2019


Comune di Scandiano
Assessorato alla cultura

Rocca dei Boiardo

a cura di
Alberto Giorgio Cassani


testi di

ALBERTO GIORGIO CASSANI >>

ALESSANDRO DI CHIARA >>

ALESSANDRO GAZZOTTI >>

GIORDANO MONTORSI >>






LE OMBRE DI MONTORSI, TRA “SEGNO” E “SOGNO”

La pittura ha un legame speciale con la memoria, sin dalle sue origini mitiche, sin da quando si è tentato di fissare, come disperato atto d’amore, l’ombra dell’amato sulla parete.
La memoria non è l’immagine immobile della cosa ricordata, ma è il suo racconto, la sua relazione con chi ricorda, in un contesto che muta; un frammento narrativo in una complessa rete di narrazioni. Fissare un’ombra significa raccontare una relazione sentimentale ed empatica, amplificare un frammento della propria sensibilità per darlo in pasto al mondo e alla storia.
Ma quando le ombre non sono più soltanto le “forme dell’impronta” ma esse stesse elementi narrativi, o figure retoriche, di una macchina poietica sofisticata, colta, che raccoglie in sé figure ed elementi provenienti dalla storia dell’arte e del pensiero, possono diventare protagoniste di un universo figurativo solo apparentemente eclettico come quello di Montorsi. Non è un caso che l’artista scandianese voglia confrontare la sua opera con le testimonianze archeologiche di un passato che va, un pezzo alla volta, ricostruito; il museo stesso non è che il tentativo di fissare in modo più o meno organico ed autorevole un discorso che per sua natura è soggetto alle più ampie revisioni, e che per crescere ha bisogno di essere riscritto.
Montorsi, come artista, trova la maturità nel ritorno alla pittura proprio negli anni in cui questa tornava ad essere protagonista, la sua opera è parte integrante del dibattito dei primi anni ottanta, tra ripetizione differente, anacronismo e post modernità. La pittura è riconosciuta come linguaggio compiuto, in grado di riflettere su di sé, e Montorsi scava “all’interno della pittura” per trovare un lessico ricco dal punto di vista cromatico ma sempre più semplificato dal punto di vista delle relazioni spaziali.
La ricerca di un originario rapporto, pur dialettico, tra figura e sfondo, fondamentalmente indifferente alla questione figurativo / astratto, dà vita a concrezioni profonde, indistinte, mobili ed enigmatiche, che faticano a fissarsi in una forma immobile – e forse in ciò, in questa urgenza più che ricerca sta la proliferazione spaziale e quantitativa dell’opera di Montorsi.
Anche la tecnica di Montorsi è mobile e si costruisce volta per volta in un flusso che ricorda per certi versi alcuni raffinati sperimentatori surrealisti, che proprio attraverso l’incidente tecnico vedevano nascere sotto i loro occhi la forma. Il sogno è dunque per Montorsi forse una  allucinazione, o comunque la metafora di uno stato di coscienza di cui, in effetti, il segno è consapevole espressione. 
La pittura di Montorsi è complessa, densa di riferimenti sottili e, ancora una volta, sfuggenti; ciò che non sfugge nemmeno allo spettatore meno educato all’arte è che essa nasce dalla tensione sentimentale di raccontare le infinite relazioni che la storia e la pittura hanno messo a disposizione, rinunciando in qualche modo alla rappresentazione di sé per poter accogliere tutto.       


- Alessandro Gazzotti